APPUNTAMENTO CON LA STORIA: GAETANO COSTA

03.06.2020

INTERVISTA ESCLUSIVA A GAETANO COSTA

Ex difensore granata, 67 presenze e 3 gol nel 1988/89 e 1989/90 in serie C1 indossando in entrambi le stagioni la fascia di Capitano e nel 1994/95 nel CND. Una grande carriera da giocatore in società importanti come Savoia, Casarano, Campania, Potenza e Juve Stabia vanta circa 500 presenze in Serie C.

 GAETANO COSTA: “HO DATO TANTO MA HO RICEVUTO TANTISSIMO , POZZUOLI È LA MIA TERRA ADOTTIVA”

- Salve Gaetano Costa qual'è stato il momento più bello nella due stagioni passate a Pozzuoli?

- Il momento più bello è stato il campionato vinto in C2 nel 1988/89 ma anche l'anno dopo è stata un'annata particolare dove siamo partiti bene poi siamo incappati in una serie di partite dove spesso eravamo in vantaggio ma tornavamo a casa con zero punti. Fino a quando ci siamo ritrovati a dover conquistare la salvezza nel famoso spareggio di Cosenza contro il Brindisi.

- Nella stagione 89/90 in C1 nonostante il campionato difficile avevate un'ottima squadra?

- si, avevamo una buonissima squadra ma forse non era ben allenata nonostante avessimo un buonissimo staff con un giovane Giampiero Ventrone come preparatore atletico. Purtroppo non gli davano molto spazio, gli allenatori all'epoca erano un po' cocciuti e questo influiva sulla forma fisica e lo pagavamo in campo.

- Influì anche la situazione societaria?

- In realtà no, io conoscevo molto bene Morra Greco avendolo avuto come presidente gli anni precedenti al Campania e non ho mai avuto problemi sia personali tantomeno economici. Purtroppo queste sono più problematiche degli anni di oggi e la Puteolana sta pagando proprio questo, quando invece dovrebbe stare nell'élite del calcio.

- Chi l'ha impressionata tecnicamente come compagno di squadra e con chi ha instaurato rapporti al di là del campo?

- Tecnicamente Lorenzo Battaglia era impressionante, veramente forte. Faceva dei gol impressionanti. Racconto un aneddoto: lui era all'Avellino ma non era stato scelto dalla Puteolana, fu scelto un altro giocatore, Foti, un ragazzo siciliano bravino ma molto giovane. L'Avellino per lasciare partire Foti impose alla Puteolana anche l'acquisto di Battaglia. Foti fece pochissime partite, praticamente non giocò mai mentre Battaglia ci fece vincere il campionato. La Puteolana si trovò in casa un fenomeno per puro caso. A livello umano ho legato tantissimo con Bobbiesi. Ma anche con Vio, con il compianto Anellino, con Vincenzo Marino, con Liguori con Sarnelli e con il bomber Lunerti, grande personaggio e grandissimo giocatore, di categorie superiori. A volte durante la partita era assente ma gli bastava una palla per metterla dentro.

- Il suo gol più bello?

- Ne ho fatti tre ma ho un ricordo particolare di uno in casa contro il Sorrento, l'anno della C2, della promozione: fu una partita molto tirata e calciai una punizione da 35 metri, un tiraccio assurdo ma il portiere fece una papera e la palla entrò. Lo ricordo non tanto per la bellezza ma perché era uno di quegli anni dove tutto andava bene, capitava che gli avversari ci tiravano dieci volte in porta e la palla non entrava mai, noi tiravamo mezza volta e segnavamo.

- Rapporto con gli allenatori

- Canè per me è stato un padre, un simpaticone. Con la sua allegria faceva gruppo e noi eravamo tutti ragazzi tranquilli. Quell'anno si creò una simbiosi difficile da ripetere. Con Orazi ci avevo giocato insieme, una persona in gamba di un certo spessore.

- Vissuto in città

- Io vivevo a Lucrino, Pozzuoli è una città meravigliosa che mi è entrata dentro. In Sicilia non faccio altro che parlare di Pozzuoli e spesso mi chiedono "ma che ti hanno fatto, ti hanno stregato?" E' una cosa che puoi spiegare solo se la vivi. Ho dato tanto ma ho ricevuto tantissimo, Pozzuoli è la mia terra adottiva. Mi informo continuamente, non ne posso fare a meno.

- Aneddoto

- Durante la stagione della vittoria del campionato, a Crotone, in un duro scontro di gioco mi procurai un infortunio abbastanza serio al costato, uno pneumotorace da trauma. Sono stato ricoverato 15 giorni all'ospedale Monaldi di Napoli e ricordo nella mia stanza un via vai continuo di tifosi che portavano qualsiasi cosa. Nello scontro avevo perso molto sangue quindi si attivarono per rimettermi in forza. Tifosi e ristoratori riempirono la stanza di cibo e dolci per farmi riacquistare gli zuccheri. Vedere l'affetto spontaneo da parte di quelle persone è una cosa che non dimenticherò mai, che mi ha toccato nel profondo. Forse per questo sono molto legato a Pozzuoli e alla sua gente. Un altro aneddoto che ricordo è legato all'anno in C1 quando le cose iniziarono ad andare male, venivamo da tre sconfitte consecutive ed eravamo a quattro partite dalla fine, praticamente già retrocessi. Andammo a Francavilla e perdemmo. Al seguito della squadra c'erano 10 pullman di tifosi delusi, ci incrociammo sulla strada di ritorno, a Roccaraso, ci fermarono per insultarci e inveirci contro, giustamente. Io sono sceso subito dal pullman e sono andato a parlarci, chiedendo fiducia per le successive tre partite rimanenti, che vincendole ci si poteva salvare. Nessuno ci credeva anche perché l'Allenatore fu esonerato ma noi ci chiudemmo in noi stessi restando concentrati. La società permise l'ingresso libero in casa contro la Torres, il Conte sembrava che esplodesse e vincemmo 2-0, poi vincemmo ancora in casa contro il Monopoli e se avessimo vinto anche l'ultima a Siracusa ci saremmo salvati invece pareggiando, fummo costretti a giocarci la salvezza allo spareggio.

- Il famoso spareggio

- Fu una bellissima giornata, con tantissimi tifosi a seguito della squadra, incredibile per una partita di mercoledì. Se no chissà quanti ancora ce ne sarebbero stati?! Quel confronto con i tifosi dopo Francavilla, la salvezza fu una soddisfazione ancora più grande, nessuno se l'aspettava più e la gente apprezzò la nostra forza di reazione. Metterci la faccia in quel momento fu un gesto da capitano e da leader ma soprattutto fu un gesto d'amore verso quella maglia che indossavo. La maglia granata della Puteolana ce l'ho incollata ancora alla pelle.

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